Un esperimento condotto dai fisici del CERN, il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare, rivela che l’antipar cade in un campo gravitazionale allo stesso modo della materia normale. L’antipar è il gemello malvagio della materia, con la stessa massa ma caratteristiche opposte come carica e spin. Quando materia e antipar entrano in contatto, si annichiliscono reciprocamente, liberando energia. L’antipar è stato oggetto di speculazioni nella fantascienza, con teorie che suggeriscono che possa essere respinto dalla gravità o addirittura viaggiare all’indietro nel tempo.
L’esperimento è stato condotto da un team internazionale chiamato ALPHA, con sede al CERN e guidato dal fisico delle particelle Jeffrey Hangst. Nell’esperimento, gli scienziati hanno assemblato circa 100 antiparticelle di idrogeno e le hanno sospese in un campo magnetico. Man mano che il campo magnetico veniva gradualmente ridotto, gli atomi di antihidrogeno cadevano verso il basso alla stessa velocità degli atomi normali, circa 9,8 metri al secondo al quadrato. Il team ha pubblicato le loro scoperte sulla rivista Nature.
Questo risultato non ha sorpreso la maggior parte dei fisici, poiché si allinea con la teoria della relatività generale di Einstein. Secondo questa teoria, tutte le forme di materia ed energia rispondono allo stesso modo alla gravità. I fisici dell’Università di California, Berkeley, hanno affermato che sebbene il risultato fosse atteso, era cruciale condurre l’esperimento per confermare la loro comprensione.
L’antipar ha affascinato gli scienziati per molti anni. Si ritiene che l’antipar debba comportarsi in modo identico alla materia ordinaria e lo studio degli atomi di antihidrogeno è il primo passo per testare questa ipotesi. Gli scienziati del gruppo ALPHA hanno raccolto antipar al CERN negli ultimi 20 anni. L’esperimento ha coinvolto il rallentamento di antiprotoni ad alta energia provenienti dalle collisioni nel Grande Collisore di Adroni e la combinazione con antielettroni per creare atomi di antihidrogeno.
Questo esperimento fornisce una conferma importante della nostra comprensione del comportamento dell’antipar in un campo gravitazionale. Ulteriori ricerche saranno condotte per esplorare più a fondo le proprietà dell’antipar e le sue possibili applicazioni in futuro.
Fonti:
– Articolo: The New York Times
– Immagine: Keyi “Onyx” Li/U.S. National Science Foundation