Negli ultimi anni, i Neanderthal, una specie umana estinta 40.000 anni fa, sono stati oggetto di numerosi libri divulgativi scientifici. Questi libri forniscono non solo informazioni su questa sottospecie estinta, ma esprimono anche frustrazione nei confronti della percezione pubblica superata dei Neanderthal. Nella narrativa speculativa e nella cultura popolare, i Neanderthal sono spesso raffigurati come primitivi bruti o sciamani pacifici. Questo stereotipo riflette una mancanza di comprensione basata su ricerche scientifiche obsolete.
Gli autori Dimitra Papagianni e Michael A Morse cercano di sfidare queste concezioni erronee e ripristinare la dignità dei Neanderthal nel loro libro “Neanderthal Rediscoperti”. Tuttavia, alcuni potrebbero interrogarsi sullo scopo di difendere esseri estinti. Perché dovremmo indignarci a nome di creature che non sono più qui per prendersi cura della propria dignità?
Nonostante l’estinzione dei Neanderthal, ci sono ancora importanti ragioni per studiare e apprezzare la loro esistenza. I Neanderthal erano la specie dominante di ominidi, un termine che include tutte le creature simili agli umani ma esclude i primati come i gorilla, per centinaia di migliaia di anni. Le loro caratteristiche fisiche, come un cervello più grande e una considerevole forza, li rendevano esseri formidabili. I resti dei loro corpi sono stati scoperti in tutta Europa, evidenziando ulteriormente la loro significativa presenza.
Lo studio dei Neanderthal ha avuto inizio nel 1856, quando sono stati trovati ossa in una cava di calcare in Germania. Un naturalista e un anatomista hanno riconosciuto queste ossa come appartenenti a una specie umana primitiva. Nel 1863, il professore William King ha proposto il nome Homo neanderthalensis, in riferimento alla valle in cui sono state trovate le ossa e a un viaggiatore del XVII secolo che ha esplorato la zona.
Il nome Homo neanderthalensis ha servito per riconoscere l’esistenza di un altro tipo di umano, ma ha anche enfatizzato la sua unicità rispetto all’Homo sapiens. Questa distinzione ha probabilmente contribuito alla negazione della dignità dei Neanderthal lungo la storia.
Nonostante i Neanderthal abbiano vissuto in un mondo molto diverso dal nostro, lo studio della loro esistenza offre preziose prospettive sulla nostra storia evolutiva. Sostenendo la dignità degli estinti, riconosciamo l’importanza di comprendere e apprezzare la diversità delle persone nel corso del tempo.
Fonti:
– “La dignità dei Neanderthal” di Rebecca Wragg Sykes
– “Neanderthal Rediscoperti” di Dimitra Papagianni e Michael A Morse